Silloge siciliana – Francesca Privitera declama i versi di Alessio Patti

Francesca Privitera interpreta i versi di Alessio Patti in “Silloge siciliana”

 

Traduzione dei testi (solo per i lettori fuori isola) dal siciliano all’italiano declamati da Francesca Privitera.
Madre delle genti

Amo definire la Sicilia “Madre delle genti”, poiché soltanto chi l’ama davvero è suo figlio e non ha importanza la sua origine, il colore della pelle, la religione, la cultura e lo stato sociale di chi la abita, conta soltanto l’Amore per la Sicilia: carta d’identità per entrare e uscire dal suo Paradiso da uomini liberi.
Sappiatelo!

Amo questa bella terra siciliana con tutto me stesso e con ogni sentimento e poesia e la ringrazio per la dolcezza che mi ha regalato già dal primo giorno di vita.Mi ricordo quando venni al mondo, vidi accanto a me tre mammelle: due erano di mia madre, l’altra della Sicilia, che mi disse: – Allatta innanzitutto al seno di tua madre e poi al mio; anch’io ti darò zucchero e miele, arte e passione, fuoco e ardimento e una carezza d’Amore.

La Terra di Dentro

Pochi conoscono la Terra di Dentro perché distratti dalla terra di fuori; è un fatto naturale, visto che viviamo vedendo. È la maturità che poi ci fa scoprire un’altra vista, molto più interiore e capace di penetrare il giardino dell’anima, la meraviglia che sta dentro di noi.
Chi svela l’anima non scopre il mondo interiore ma l’intero universo, ogni forma di vita e di conoscenza; sicché un solo sussulto dell’anima fa sussultare tutto il Creato, un solo spiraglio di luce fa illuminare l’intero universo; chi scopre l’anima non ha bisogno di attese, risorge subito.

Guardatemi, son io!

Guardatemi, son io!
Ho danzato per voi tra le ombre della notte
e adesso non mi riconoscete?
Possono questi stracci che cingo estinguere
il volto amico?
Guardatemi negli occhi stanchi e
se il mio sguardo non supera il verso
non vi ho mai donato poesia.
Il mio sguardo è tenero e di voi
sempre innamorato, giacché dell’Amore
i poeti s’innamorano continuamente.
Eccomi, son io! Non mi riconoscete?
Ho pianto per voi ogni giorno contorcendomi
nel pensiero, e adesso non mi riconoscete?
Possono queste mie suppurate ferite
farvi indugiare lontano da me?
Eppur ho scritto per voi versi come pianto
che pulisce gli occhi al cielo e che
vi hanno fatto innamorare senza che voi
deste nulla.
Guardami son io, neppure tu mi riconosci?
Eppur di carezze ti ho colmato.

Maieutiké

Il primo oceano
mi creò figlio d’anima,
fiato ed essenza;
il secondo, di color bianco,
nutrì di nettare le mie labbra;
il terzo, di carezze il mio volto.
Maieutiké, vecchio e
svigorito oceano di tenerezza,
fondamento ancor e spirito di vita,
su quel letto
a pascolar le ore e di bellezza
a trattener ricordi.
Varco dolcemente il tuo sonno,
mentre m’avvicino… e tu non sai
che ti ammiro come t’ammirai
il primo giorno della vita.
Madre, ti amo!
Lascia che sfiori la tua canizie,
che ti accarezzi il volto mentre
il tuo sonno accarezza il mio.
Un bacio a te, paradiso
senza fine, rosa senza spine.

Prosa e poesia di Alessio Patti

https://www.facebook.com/alessiopattilinguapoeticasiciliana/videos/3974887652526188

 

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